Inciampa fuori dal grosso furgone verde militare rischiando di cadere addosso a Yuri che, con la mano ancora alzata, sembra essere in procinto di tirargli un cazzotto.
- Muovi il culo, si parte.
Ha imparato con il tempo e con il dolore a non fare domande, a non chiedere nulla, ma fare semplicemente ciò che viene ordinato dal vecchio, come un soldato di fanteria pronto a rimetterci entrambe le mani. Ed è per questo che rientrando nel furgone sveglia la giovane donna arrotolata tra le lenzuola del materasso di quella piccola casa mobile di fortuna, riesce a mandarla via con gentilezza, ma celermente ed é un qualcosa che si ricorderà per sempre, come continua a ripeterle giurandole un amore eterno che non esiste.
In meno di mezz'ora è pronto per partire, ma nonostante questo é certo che il vecchio Yuri avrà qualcosa da ridire, non ha idea di quale sarà la prossima tappa, non lo sa mai, sono le tre del mattino e l'aria è talmente frizzante che rabbrividisce un paio di volte stringendosi nelle spalle, ed é proprio in quel momento che si rende conto che qualcosa proprio non va, nemmeno un po’.
- Perché cazzo hai smontato tutto Vadir?
Cugino Ricky glielo chiede dalla veranda della sua bella roulotte a tre posti, fumandosi una sigaretta seduto in mutande su una sedia di plastica curvata dal troppo peso. Ha bevuto ancora, se non fosse per la lontananza sentirebbe l'odore di vodka da lontano. Picchia la moglie il giovedì e la domenica, quando ci sono le partite e la sua cazzo di squadra finisce sempre ultima in classifica. Dovrebbero vincere, almeno una volta, giusto per fare un piacere alla povera Karin.
- Ma come, non si parte?
- Tuo nonno te l'ha messo in culo, senti a me, ci spostiamo tra due mesi verso il Taxas, l'abbiamo deciso ieri sera.
- Tuo nonno te l'ha messo in culo, senti a me, ci spostiamo tra due mesi verso il Taxas, l'abbiamo deciso ieri sera.
Odia fare domande a Yuri, ma questa volta deve. Non é un qualcosa ce può decidere di non fare, non adesso quantomeno. Fermarsi davanti alla vecchia roulotte in cui é cresciuto lo mette leggermente a disagio, ma supera velocemente la brutta sensazione con un sospiro che gli scuote il petto magro. Batte un paio di colpi sulla porta di metallo e indietreggia subito dopo, aspettandosi l'apertura che da li a qualche istante avviene. Yuri é suo nonno, il padre di sua madre - la puttana -, ha i capelli ingrigiti dal tempo, le braccia robuste e dei baffi folti, ha il potere di guardare Vadir con uno sguardo contrito e infastidito da sempre, mai cambiata espressione in venticinque anni.
- Hai preparato tutto?
- Si…ma Ricky ha detto che non ci spostiamo per almeno due mesi.
- Noi, non ci spostiamo per almeno due mesi, tu te ne vai stasera.
- Cosa?
- Si…ma Ricky ha detto che non ci spostiamo per almeno due mesi.
- Noi, non ci spostiamo per almeno due mesi, tu te ne vai stasera.
- Cosa?
Non si questiona mai su ciò che il vecchio Yuri decide, non si dice mai di no e tantomeno ci si azzarda ad alzare il tono, eppure lui riesce a fare tutto questo in una sola parola. Scuote la testa,, confuso, pentendosi subito dopo di ciò che a fatto, senza però avere modo di rimediare. Il primo cazzotto arriva alla tempia sinistra e lo fa crollare, tenendosi una mano sul volto. Il resto sono calci che assorbe arrotolandosi su se stesso, proteggendo il ventre e la testa con le mani.
- Perché te lo dico IO, fanculo…brutto aborto figlio di un cane! Te ne devi andare, devi andartene via, vaffanculo, ti voglio via di qui. Tu, il tuo furgone, le tue puttane e la tua cazzo di droga. Non servi a un cazzo, ti voglio lontano da questo clan. Non sei un Ludari, mi hai capito? Sei il figlio di una traditrice e di chissà quale dannato rifiuto della società. Prendi il tuo furgone e vattene! ORA!
Il rumore della porta di metallo che si chiude é quasi piacevole, visto ciò che ha subito fino a quel momento. Sospira e si stende, schiena contro il terreno dello spiazzo in cui si sono accampati e sguardo al cielo. Gli fa male un braccio, ma passerà, ha il sapore del sangue sulla lingua, ma passerà anche quello. Quando, due ore dopo, torna nel suo furgone non dice nulla e mette in moto sgommando tra la terra per allontanarsi dallo spiazzo del campo prima che qualcuno possa notare l'enorme pene che ha disegnato con una bomboletta spray sulla facciata della vecchia roulotte di Yuri, seguito dalla frase “Fuck you - you fucking fuck!”.
Dopo questo tornare indietro é impossibile, almeno per il prossimo anno deve stare lontano dal Texas. Imbocca l'autostrada, punta verso Philadelphia guidando come un pazzo e ridendo, con i denti sporchi di sangue e le costole che fanno un male cane.
Dopo questo tornare indietro é impossibile, almeno per il prossimo anno deve stare lontano dal Texas. Imbocca l'autostrada, punta verso Philadelphia guidando come un pazzo e ridendo, con i denti sporchi di sangue e le costole che fanno un male cane.
Niciodatā mai sclav, asshole.