mercoledì 17 maggio 2017

Goodbyes


Perché non vieni con noi?

È il momento che lo fa parlare, l'emozione di vederla fuori, sana, se non nella testa, almeno nel fisico. È l'idea di poter avere nuovamente qualcuno accanto a se, di non sentirsi solo come un cane e di iniziare un nuovo clan. Sono tante idee, e forse alla fine è solo il sentimento.

Hanno bisogno di me.

La mente non c'è, si spegne su quella risposta a cui non può ribattere, perché sa che è vero, perché c'è una dannata apocalisse che incombe, perché lei vuole restare, vuole affrontare le sue battaglie.
Sue. 
E lui ha due bambini a cui pensare, non può farsi coinvolgere da cose simili. 
Non può restare come vorrebbe, prendere le armi e stare al suo fianco, entrare in quel nuovo clan che può solo portarti alla morte.
Ma ha due bambini, che dormono nel caravan a cui è appoggiato, che hanno solo lui, che aspettano una nuova vita piena di avventure.

Si accontenta del sesso, si aggrappa a lei, in lei, e c'è una tale disperazione, ogni bacio che sa di ipotesi, si se e di ma, di occasioni sprecate e di futuri incerti.
Quando la mattina dopo lascia il materasso per fumarsi una sigaretta appena fuori il furgone, controllando i bambini nel Caravan, non può fare a meno di sentire l'odore di lei sulla pelle. Le regala una moneta di rame prima che vada via, il cavallo inciso su di essa è meno consumato di quello sulla medaglia che indossa lui, ma non per questo porterà meno fortuna. La rassicura.

La guarda andare via, quindi sale sul furgone iniziando le manovre per attaccarlo al rimorchio e iniziare i preparativi per la partenza.

Quando non avranno più bisogno di te, potresti venire. Raggiungerci. L'America non è poi così grande.
Potrei. Prendermi una lunga vacanza, io, te e i bambini.

E sa già che non si rivedranno mai più.

Mi mancherai.
Anche tu.

giovedì 11 maggio 2017

Fears

Ma tem.

Non risponde subito mentre allunga la mano e accoglie il bambino nel suo letto matrimoniale, in quella roulotte non ancora completa. Vadislav ha il suo letto, a castello, posto sotto quello della sorella maggiore - che dorme profondamente sotto le coperte colorate che hanno comprato il giorno prima. Sta spendendo tutti i soldi che possiede per personalizzare quella roulotte, si sta impegnando così tanto per renderla sicura e adatta ai bambini.

Sai che non c'è niente di cui aver frica, vero Vlad?

Lascia che il bambino si accoccoli sotto la coperta, abbracciato a lui, il volto nascosto contro il suo petto.

Un copil al campo ha detto che moriremo tutti, io non voglio morire tata..
Nessuno morirà Vlad, l'ha detto solo per spaventarti.
Ma.. e se dice adevarul?
Tata è con te e con Inger, non vi succederà mai nulla.
Possiamo tornare acasa?
Vlad...

Lo stringe a se, chiude gli occhi cercando nella sua testa una risposta plausibile, un modo per non dirgli no e al tempo stesso dirglielo ugualmente. 

È questa casa ora.
Ma non c'è familie
Ne stiamo costruendo una nuova, un po' diversa, ma nuovissima.. per ora siamo stati con Yuri, ma dobbiamo crearne un grup nostro, uno dei focurile albastre.
Ma io quello con la faccia rossa non lo voglio nel mio grup..
Non penso ne farà parte.. ma Vlad... tutti i Freak sono benvenuti nel nostro clan, ti piacerebbe se ti lasciassero da solo perché fai fuoco blu e fai paura?
Nu!
Ecco. Ora dormi, è tardi. Domani ti porto da Neverland, mh? Prendi un nuovo libro.
Ok..

Accarezza i capelli biondicci mentre fissa il buio avanti a se, il tessuto colorato che ha attaccato alle pareti insieme a monete portafortuna, stringe a se il bambino e prega di sognare cavalli bianchi, per poi recuperare il cellulare mandando un messaggio.