martedì 18 aprile 2017

Freak and proud

Un viaggio di almeno due giorni. Quindici ore seduto davanti al volante del vecchio furgone, anche quando era notte e gli sarebbe bastato strisciare sul materasso nel retro. Ha le mani strette intorno al volante del furgone anche quando aspetta un ora e cinque minuti alla vecchia stazione di servizio dove ha appuntamento con Ravi. È uno scambio nel cuore della notte come il peggio dei ladri e spacciatori che l'ha reso nervoso e agitato.
Quando Ravi riparte sgommando con il vecchio pick-up giallo canarino lui rilassa le spalle e prende un profondo respiro di sollievo aprendo le mani e sbrogliando quei pugni dolorosi.

And now?

Perde quindici minuti a fissare il nulla oltre il parabrezza mentre quattro occhi chiari lo guardano dallo specchietto retrovisore cercando risposte che non sa. Chiude le labbra in una linea sottile e cerca di recuperare una risposta quantomeno accettabile.

We can handle it.

Ma non ne è sicuro, e la voce dietro di lui pare saperlo, e replica in tono quasi arreso una verità che gli fa comprendere tutto, che gli da risposte che non vorrebbe avere.

mama is pregnant.
Oh.
We ar freak tata?

Stringe le labbra, lancia uno sguardo ai due bambini seduti sul materasso dietro le sue spalle e alza il mento in un gesto di stizza, nemmeno cercasse uno scontro.

Da. Freak and proud.
Niciodatā mai sclav.

Il coro di voci lo fa sorridere, l'orgoglio che ha avvertito in esse gli riempie il cuore di certezze, sciogliendo ogni dubbio. Ce la può fare, non ha bisogno di niente ed è in grado di prendersi cura del suo clan, annuisce ai suoi stessi pensieri inserendo la marcia e partendo, direzione Philly.