Visualizzazione post con etichetta Routh. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Routh. Mostra tutti i post

domenica 25 febbraio 2018

Hearts

Quando torna a casa nel cuore della notte dopo una lunga chiacchierata che forse gli costerà una nuova briciola di cuore, non si aspetta di vederli svegli. Inger ha gli occhi pieni di lacrime, il volto pallido e i capelli biondi appiccicati alla fronte, lui crede in un brutto sogno, ma è il viso terrorizzato di Vladyslav che lo scuote. Impiega interminabili minuti per calmarli, fissa lo schermo del televisore con una certa nota di amarezza nello sguardo, le immagini di violenza che scorrono come un film e lui non riesce a dire qualcosa che possa calmare i due piccoli che si stringono tra le sue braccia.

Verranno a mangiare i nostri cuori?
Verranno a prenderci? Con i fucili?

Quando riesce a farli addormentare già albeggia, lui ha perso il sonno e ha un forte magone che gli stringe il petto. Li ha convinti di essere al sicuro e che nulla li colpirà, che nessun mutante è stato ferito e che tutti staranno bene, che nel Freks non verranno mai, che sono protetti dai più forti combattenti, che niente e nessuno potrà mai sfiorarli e i bambini gli credono perchè lo desiderano ardentemente, lui non crede a se stesso nemmeno per un istante.
Deve uscire dal caravan per cercare di dare aria alla sua testa che brucia più delle fiamme dell'averno e lo fa con difficoltà estrema trascinandosi dietro il vecchio violino per poi dare fuoco al barile che ormai tiene fisso nel piazzale. Solo quando le fiamme sono alte verso il cielo abbassa lo sguardo nel cuore delle stesse, cerca qualcosa, ma ciò che trova è solo il nucleo luminoso di un fuoco mortale.
Ripensa agli ultimi giorni, il fuoco gli scivola dentro il corpo, gli pizzica il cuore malato e lui china il capo, posando la mano libera dal violino per adagiarla sul proprio petto.

Inizia a suonare e mentre la musica scivola dalle sue dita lui pensa alle parole cariche di sentimento di William, ai fianchi di Alma, agli occhi di Routh e alle labbra di Mad, pensa ai sorrisi di Irina e al volto di Ylenia e infine ai volti dei due bambini, carichi di lacrime e dolore, che gli chiedono aiuto e protezione, quando lui non riesce a donare loro le giuste carezze, semplicemente perchè non le ha mai davvero testate su di se. Quando apre gli occhi sul fuoco che arde una singola lacrima scivola sul suo volto schiantandosi contro il ginocchio e gli pare quasi di sentire cantare sua madre sulle corde di quel violino.

Chi potrebbe mai amare un pagliaccio?


venerdì 16 febbraio 2018

Autophobia

the fear of being alone


E' stanco.

L'acqua scivola sulla pelle troppo pallida mentre piazzato sotto la doccia cerca di scacciare da dietro le palpebre l'immagine di una bambina spaventata che probabilmente non lo dimenticherà mai.

E' stanco.

Mentre strofina l'asciugamano contro la testa rasata di fresco cerca di scacciare l'insistente desiderio di un bel bicchiere d'alcool, di una dose di dolce liquido della memoria, o magari della sublime sensazione di confusione che solo alcune sostanze possono dare.

E' stanco.

Quando chiude gli ultimi bottoni della camicia nera si guarda allo specchio e si costringe a concentrarsi su i propri occhi, ripetendosi mentalmente di non essere un mostro, che è il male minore e che il fine giustifica i mezzi. Non faranno male a quelle persone.

E' stanco.

Qualcuno nello spogliatoio gli passa accanto chiacchierando. E' una donna dalla pelle azzurra che chiacchiera con un ragazzo. Nevermore se ne è andata, lo dice con tranquillità mentre si siede su uno sgabello. Nevermore è stata mandata in Guyana, non tornerà mai più.

E' stanco.

Si lascia cadere sulla panca di legno in un cigolio sinistro, le mani vanno a circondare il viso. Non ha la forza di reagire alla notizia come vorrebbe, strofina i polpastrelli contro le palpebre e quando apre gli occhi il mondo è confuso. Sente sulla pelle il desiderio tornare a pizzicarlo, morderlo con voracità dalla bocca dello stomaco ed è costretto ad alzarsi di scatto chiudendo l'armadietto con forza, spaventando le due mutanti poco lontano.
Quando Lascia lo spogliatoio è convinto di sentirle sospirare di sollievo. E' stanco, ma non abbastanza da vietarsi un viaggio fino al Desert Side, l'angolo più remoto del bar lo accoglie come un rifugio sicuro. Si dedica alla bottiglia come se fosse la sua amante, beve talmente tanto da non ricordare come è tornato a casa, la mattina dopo, le mani nere di cenere, la maglia che puzza di alcool e il dolore incessante al petto che lo porta quasi ad urlare, curvo tra le lenzuola.

E' stanco.





venerdì 2 febbraio 2018

Fire

Perchè questa è la nostra strada, camminiamo su questa strada da secoli e secoli, perchè è nostra, perchè è quello che siamo. Siamo la scintilla che tutti vogliono spegnere da secoli, ma che nessuno riesce, siamo vivi per quelli che non lo sono e siamo morti che camminano sulla terra cercando una meta che non esiste se non dentro noi stessi. Vuoi sapere cosa debbo insegnare? Io posso insegnarti a non piegarti, MAI. A morire per la tua famiglia e farlo più volte se necessario, posso insegnarti a non nasconderti mai davanti al nemico e a ridere e cantare quando lui ti vorrebbe silenzioso. VUOI IL FUOCO?
Si, voglio il tuo fuoco. 
Bene. Hai la tua fenice. 

sabato 27 gennaio 2018

Freak and Proud

 - Le avevo chiesto di scappare con me.

Mentre torna verso casa, le mani nelle tasche della giacca di pelle, pensa a quel giorno, quando prima di partire aveva fatto l'amore con lei l'ultima volta è qualcosa si ferma, un grumo di dolore alla base della gola che non riesce a scacciare e che lo soffoca finché non arriva davanti al Wagon, gli occhi fissi sulla sua casa mentre le parole di lei gli scivolano nelle orecchie come serpenti, mescolate alle notizie di chi la da per morta. Scomparsa.

- Hanno bisogno di me.

La poca luce della strada illumina il metallo del caravan, si intravedono i segni neri di scritte razziste che ha strofinato via con rabbia e che lui riesce ancora a vedere.

- Magari un giorno...

Inspira e trattiene il fiato, quando chiude gli occhi per trattenere quella rabbia che lo fa tremare si disegnano davanti a lui figure famigliari.
C'è chi con i capelli ricci e brizzolati apre e chiude un pacchetto di sigarette in modo spasmodico, c'è una donna bionda che doveva essere bellissima un tempo, ma ora sembra un fantasma, una ragazza dagli occhi tristi che finge che tutto vada bene e un uomo ferito nel corpo e nell'anima, più vecchio di quanto non sembri.

 Poi c'è lei, un giorno d'estate, che lo guarda con il sorriso sulle labbra. La sua Susan che gli sfiora le labbra con le proprie.

- A presto.

Si siede sui gradini della roulotte e accende una sigaretta in barba alle promesse a Calliope.

Sapeva che non l'avrebbe rivista mai più. Lei lo sapeva e ricorda perfettamente il desiderio di starle accanto, di affrontare quella battaglia con lei, di fare qualcosa di buono che significasse, che restasse nella sua anima, che lo riscattasse agli occhi del mondo.

Ma non era la sua guerra, non era la sua gente e non era la sua città.

Si fissa il tatuaggio scheletrico sul dorso della mano e aggrotta la fronte allungando le dita verso il buio, osserva le fiamme bluastre arrampicarsi tra le dita e chiude la mano accogliendole come una carezza.

- Freak and proud.

Ci è voluto un po', ma l'ha capito. 

martedì 2 gennaio 2018

Happy New Year

Il piazzale del Luna Park è desolato, i mutanti che cercavano riparo da occhi indiscreti si sono fatti più attenti, sono scappati per non farsi vedere. Hanno paura.
Lui sta invece portando fuori dalla roulotte un tavolo, ha trascinato -e non con fatica- un barile di metallo recuperato da dietro la ruota panoramica e l'ha piazzato a cinque metri dalla roulotte, accendendo un fuoco al suo interno dopo aver forato il fondo, così da creare un braciere adatto a riscaldare quantomeno i bambini.
Tavolo, un paio di sedie e trascina i bambini fuori, perchè è quasi mezzanotte e il mondo sta cambiando. Ancora.

- Vlad, appendi le erbe!

Alza la voce, dimentica di essere prudente, almeno stanotte vuole stare bene, vuole essere felice, spensierato, come quando era nel clan, quando tutti si guardavano le spalle e c'erano canzoni ogni sera.

- Non trovo i nastri rossi! TATAAA

Inger è più agitata di tutti, ha i movimenti scattanti di chi si aspetta troppo dalla giornata e lui non può fare a meno di sorridere mentre ritrova i nastri sotto il divanetto della roulotte e si impegna a legarli intorno ai polsi dei bambini, mentre loro lo legano intorno al suo polso.

- Hamburger e patatine, ma solo stanotte, solo perchè avete fatto i bravi. Hey, magari qualche fata vi porta dei regali.

Ipotizza, stringendosi nelle spalle mentre i bambini saltellano sul posto e lui cerca qualcosa per fare musica. I preparativi sono concitati, il cibo è quello che è, ma nessuno protesta, la serata prosegue tranquilla e lui è costretto a scuotere entrambi quando è quasi mezzanotte e loro sono crollati -anche Inger- addormentati contro le sue gambe.

- I Fuochi! I Fuochi!!

Vladyslav si nasconde dietro di lui, anche se non ammette di essere spaventato dai botti, Inger gira su se stessa ridendo come non mai e lui si avvicina al bidone rimboccando il fuoco con le dita, una fiammata blu che si alza verso il cielo per pochi istanti mentre lui torna verso la sedia, lasciandosi cadere su di essa con un sospiro. Urla e risate lo allontanano dalla realtà, quando un paio di Freak si avvicinano incuriositi li invita ad unirsi, alza la musica e qualcuno porta degli avanzi, si fa festa in pochi e per poco tempo, prima che la paura torni e tutti si rinchiudano nei loro antri, alle due il silenzio regna già sovrano, i bambini dormono su i divanetti all'interno, lui sgombera il piazzale con l'aiuto di un mutante con la pelle viola che gli svela, con voce sibilante, che entro la mattina se ne andrà nella Ghost Road a cercare un appartamento da occupare e che conviene anche a lui spostarsi, lui guarda il cielo sereno e ricorda le parole dei fantasmi del passato che ha incontrato negli ultimi giorni, ma ricorda anche l'aspetto di quella strada desolata e il volto di quei fantasmi.

Resta dove ci sono canzoni.
Non può andare nel Desert Side
I morti non cantano.