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venerdì 2 marzo 2018

Happy Bday

Buon Compleanno!

La pelle di Alma ha un buon sapore, le sue labbra sono calde e le sue mani frettolose, la lascia fare, rispondendo ai baci con titubanza iniziale e con trasporto subito dopo, lascia spegnere il cervello mentre i regali di lei giacciono su i divani della sala comune, l'acchiappa vento e la bottiglia di vodka, piccole cose che indicano quanto conosce di lui.

Dovrebbero tenere via lo schifo.

I punti tirano, il sesso graffia e fa male, i colpi sono forti, morde e si aggrappa a lei anche se questa volta è Alma a portare con se la disperazione di chi non ha tempo e lui la lascia annegare in se, la lascia perdersi e sfogare, si lascia usare come un pupazzo e a sua volta prende qualcosa per se stesso, sfoga la tensione e il dolore, la paura di aver quasi perdo e la disperazione di essere ancora a questo mondo e mentre la trascina in camera sbandando tra i corridoi del sanatorium rischia di aprirsi le ferite e i polmoni non riescono a stare al passo. Quando tutto è finito rimane fermo nel letto, il fiato corto e lei che scivola da sopra di lui atterrando sulla schiena. La guarda chiudersi in se, prendere sonno e non la disturba. La guarda e si chiede cosa l'abbia portata a sfogare così tanto dolore su di lui, cosa l'abbia sconvolta così tanto da buttarsi su di lui come un assetato davanti ad una fontana, ma tutti i pensieri vengono scacciati via come mosche lontane, si addormenta nel letto sfatto, tra lenzuola umide e bende spiegazzate.

Buon Compleanno!

Irina ha la pelle che profuma di pesca, i capelli legati in una coda che le arriva sul seno gonfio di latte, gli sorride mentre gli porge una lattina di birra e si siede accanto a lui facendo sfiorare le spalle, l'abito troppo corto mostra le cosce abbronzate, il caldo asfissiante dell'Alabama gli entra nella pelle e lo fa sudare come se fosse all'inferno. La mano scivola sulla pelle di lei, cerca zone morbide da stringere mentre le labbra si incontrano. E' ubriaco, ma lui è sempre ubriaco, non vuole pensare e Irina è sempre perfetta per sfogare tutto il suo dolore.

Buon Compleanno!

Ylenia ha piccole efelidi che le invadono il viso da bambina, le dita sporche di cioccolato trattengono un muffin che non ha il migliore degli aspetti, ridacchia lui acchiappando la cioccolata per infilarla in bocca, succhiandosi le dita con gusto mentre la bambina lo spinge a seguirla, quando girano l'angolo della roulotte c'è un tavolo di plastica su cui qualcuno ha posato una torta un po' storta, un paio di regali e quasi tutti quelli del campo li, ad aspettarlo, con i sorrisi sulle labbra. Qualcuno inizia a suonare un violino e lui crede di stare sognando.

Buon Compleanno!

Mamma non sorride mai, ha gli occhi tristi di chi ha perso qualcosa di importante e sa di non poterlo avere indietro, ma oggi sorride solo per lui, lo sveglia con un bacio sulla fronte e una carezza che gli circonda il volto roseo da bambino, lui allunga le braccia per portarle intorno al suo collo in un abbraccio affettuoso a cui lei risponde con forza. La ama, ama sua madre da impazzire e pensa che resteranno insieme per sempre.

Buon Compleanno...

E' buio, c'è solo buio intorno a lui e ha paura, una paura che gli attanaglia il cervello e gli fa battere il cuore come un tamburo. Sente l'aria mancargli e vorrebbe non aver messo così tanta droga nella siringa, al tempo stesso sa che è la cosa giusta. Nessuno lo vuole, nessuno lo ama e ha perso qualsiasi cosa, i bambini e Irina sono ormai un ricordo lontano di una famiglia a cui non è riuscito a dimostrare il giusto amore e ora qualcun'altro si gode le cosce calde e le labbra gonfie. Sente rumori distanti e avverte sensazioni che gli fanno bruciare la pelle. E' da qualche parte, qualcuno si sta occupando di lui, ma ormai qualsiasi cosa è solo un rimbombo lontano di voci e luoghi a cui non riesce a dare una posizione precisa. Sta morendo, almeno finchè mani fredde non si posano ai lati del suo volto e il fiato gelido della morte gli sussurra contro le labbra un augurio che lo porta a spalancare gli occhi e tornare in vita.

figliolo.



domenica 25 febbraio 2018

Hearts

Quando torna a casa nel cuore della notte dopo una lunga chiacchierata che forse gli costerà una nuova briciola di cuore, non si aspetta di vederli svegli. Inger ha gli occhi pieni di lacrime, il volto pallido e i capelli biondi appiccicati alla fronte, lui crede in un brutto sogno, ma è il viso terrorizzato di Vladyslav che lo scuote. Impiega interminabili minuti per calmarli, fissa lo schermo del televisore con una certa nota di amarezza nello sguardo, le immagini di violenza che scorrono come un film e lui non riesce a dire qualcosa che possa calmare i due piccoli che si stringono tra le sue braccia.

Verranno a mangiare i nostri cuori?
Verranno a prenderci? Con i fucili?

Quando riesce a farli addormentare già albeggia, lui ha perso il sonno e ha un forte magone che gli stringe il petto. Li ha convinti di essere al sicuro e che nulla li colpirà, che nessun mutante è stato ferito e che tutti staranno bene, che nel Freks non verranno mai, che sono protetti dai più forti combattenti, che niente e nessuno potrà mai sfiorarli e i bambini gli credono perchè lo desiderano ardentemente, lui non crede a se stesso nemmeno per un istante.
Deve uscire dal caravan per cercare di dare aria alla sua testa che brucia più delle fiamme dell'averno e lo fa con difficoltà estrema trascinandosi dietro il vecchio violino per poi dare fuoco al barile che ormai tiene fisso nel piazzale. Solo quando le fiamme sono alte verso il cielo abbassa lo sguardo nel cuore delle stesse, cerca qualcosa, ma ciò che trova è solo il nucleo luminoso di un fuoco mortale.
Ripensa agli ultimi giorni, il fuoco gli scivola dentro il corpo, gli pizzica il cuore malato e lui china il capo, posando la mano libera dal violino per adagiarla sul proprio petto.

Inizia a suonare e mentre la musica scivola dalle sue dita lui pensa alle parole cariche di sentimento di William, ai fianchi di Alma, agli occhi di Routh e alle labbra di Mad, pensa ai sorrisi di Irina e al volto di Ylenia e infine ai volti dei due bambini, carichi di lacrime e dolore, che gli chiedono aiuto e protezione, quando lui non riesce a donare loro le giuste carezze, semplicemente perchè non le ha mai davvero testate su di se. Quando apre gli occhi sul fuoco che arde una singola lacrima scivola sul suo volto schiantandosi contro il ginocchio e gli pare quasi di sentire cantare sua madre sulle corde di quel violino.

Chi potrebbe mai amare un pagliaccio?


venerdì 19 gennaio 2018

Dover - 23.11.26

- Quindi te ne stai andando?

Irina ha il tono soffice di chi ha perdonato ogni cosa, ogni sguardo vuoto che le ha rivolto e carezze sciape che le ha dato. Lui la osserva con lo sguardo sorpreso di chi fissa un'opera d'arte, un gioiello prezioso che non può nemmeno toccare, dietro una teca di vetro.

- Yuri mi ha chiesto di riprenderli, non di restare qui.
- Ma per noi tu sei il nuovo Tatal del clan..

Scuote il capo accennando una risata mentre la mano si preme contro il petto magro, le dita strofinano il tessuto contro la pelle pallida, gli occhi fissano un punto indefinito sull'asfalto bagnato, qualcuno poco lontano sta suonando il violino e lui sorride chiudendo gli occhi.

- Ravi è un brav'uomo, ha ricostruito e aiutato i cugini, no?
- Si, ma che c'entra?
- Ravi è un buon Tatal, ha sposato te, che sei stata mia moglie prima, de drept lo accetta.

Quando riapre gli occhi lei lo guarda con biasimo, non con rabbia o con fastidio, non con quell'affilata occhiata carica di nervosismo che gli rivolgeva quando erano sposati, lo fissa con il dolore di chi sta perdendo qualcosa e fa male, di chi comprende e lascia andare, è lei a chiudere gli occhi adesso, per prendere un respiro profondo e riaprirli, lo guarda come mai ha fatto e allunga le mani per sfiorare il volto di lui, spingendolo a fissarla.

- Avrei voluto amarti come meritavi Irina
- Lo stai facendo prendendoti cura dei nostri gioielli.
- Sono di nuovo solo
- Non sarai mai solo

Non piange da anni, pensava di non poterlo più fare e con un pensiero irrazionale immagina che quella lacrima sia di lei, come quella sera dopo la morte di Ylenia, la sera del loro primo bacio.
Qualcuno suona il violino e lei sorride ritirando le mani che non l'hanno mai sfiorato, nel suo vestito bianco accenna una risata e scuote il capo, ride di lui e dei suoi sogni ad occhi aperti. Qualcuno esce dalla roulotte sui cui scalini si è seduto, si fa da parte per lasciar passare Ravi che gli posa una mano sulla spalla stringendola forte prima di allontanarsi, distrutto. Lui, in abito elegante, si volta nuovamente verso Irina, ma non c'è nessuno.

I fantasmi gli hanno dato il permesso, può tornare a Philadelphia.

giovedì 20 aprile 2017

Responsabilità

 - Irina?
 - Damn u Vad, non puoi chiamare.
 - Sei incinta?
 - Te l'ha detto Inger?
 - Fack, l'hai spediti da me perchè ti stai a fare la famiglia nuova?
 - Ravi dice che sono pericolosi se c'è un neonato, Vald ha bruciato le tende l'altro giorno e Inger non sa controllarlo. Hanno bisogno di qualcuno che glielo insegna, e tu puoi insegnarglielo.
 - Vivo solo in un cazzo di furgone Irina, come cazzo posso badare a loro? Ah? Non ho cibo per me..non ho un clan dietro le spalle, cazzo! Yuri mi ha buttato fuori, o hai dimenticato?
 - Quando il bambino nasce possono tornare, ma non prima.
 - Shite, col cazzo che tornano. C'hanno il cognome mio, tu me li smolli e io me li tengo Irina, se stanno con me, stanno con me sempre. Non li rivedi più, giuro, lo giuro mi hai sentito? Mi hai sentito?
 - Fottiti Vad. Fottiti.

Butta il telefono sul sedile accanto al proprio e si massaggia il setto nasale con entrambe le mani, cercando di riprendersi almeno un po', fuori la notte è buia e dietro di lui i due bambini dormono sul materasso, abbracciati. Li osserva dallo specchietto retrovisore e posa la schiena e la testa contro il sedile con un sospiro strozzato e gli occhi che si chiudono e cerca di rilassarsi. Ha bisogno di una roulotte prima che la schiena gli si spezzi in due con un rumore sordo.
Che lo voglia o no, deve iniziare a darsi una mossa.

sabato 8 aprile 2017

Strawberries

Somewhere in Virginia - 20/04/2009

Le gambe gli fanno male, ma è un pensiero che gli sfiora la mente come un qualcosa di perfettamente inutile a cui non presta attenzione mentre senza aspettare che qualcuno gli dia il permesso apre la porta della roulotte e si fionda al suo interno, inciampando nel gradino interno con il rischio di spalmarsi sulla moquette che profuma di violetta

cazzo fai?

Il vecchio Ivan lo guarda malissimo seduto su uno dei divanetti, in risposta lui preme le mani contro la moquette e si da la spinta necessaria a raddrizzarsi, cercando di parlare nonostante il fiato gli manchi dai polmoni

cer.. co Ylen...
Perché mi cerchi?

Ylenia ha occhi scuri come il buio e capelli che sembrano quasi bianchi. È il suo esatto contrario, in molti sensi.

Sono speciale!
Di che stai parlando?

È con lo stupore di tutti nella roulotte che le sue mani prendono fuoco d'improvviso, un fuoco azzurro che gli illumina gli occhi di una emozione indescrivibile.

Nebraska - 11/05/2013

penso che mi piaci.

Il primo bacio ha il sapore delle fragole, i colori della notte e il calore rassicurante di una coperta lanosa, Ylenia ha le guance rosse per il freddo e l'emozione, lo guarda a lungo, carica di vergogna ridendo poi contro la sua spalla.

fammi vedere il tuo fuoco blu!

Alabama - 09/02/2015

Mi manca.

Irina ha i capelli color paglia e gli occhi verdi, le guance rosse per la troppa birra e gli occhi lucidi per una sbronza triste. Lui non è messo meglio, le nocche rotte e un vuoto nel centro del petto.

Anche a me.

Le labbra di Irina non sanno di fragola, ma di mare, si aggrappa a lei come ad uno scoglio in mezzo alla tempesta e la mattina dopo il vuoto è aumentato.

Somewhere in Arizona - 28/11/2021

Ravi ha detto che mi ama, mi vuole, possiamo risolvere così.

Gioca con l'anello all'anulare sinistro e non la guarda nemmeno in volto, il tavolo della roulotte è troppo piccolo e troppo nuovo, posa entrambe le braccia su di esso mentre gli occhi salgono sul volto stanco di Irina.

Niente casini, solo deve promettermi di prendersi cura di voi.
Ha detto che lo farà, è la cosa migliore Vadir?

Stira le labbra in un sorriso incoraggiante mentre si alza dandosi una spinta considerevole, staccando la schiena nuda dal divanetto in orribile finta pelle.

potete tenere la roulotte, è il mio regalo di nozze, io ho ancora il vecchio furgone.

Lei non ci prova nemmeno a fermarlo, lui non se lo aspetta nemmeno. Quando mette piede fuori, la notte ha il sapore delle fragole in bocca e non è mai stata più amara.

giovedì 6 aprile 2017

Heart

Quando rientra nel furgone ha ancora il fiatone e la sensazione di un peso al centro del petto, si sdraia nel centro del materasso con le braccia aperte e gli occhi chiusi, le punte dei piedi premono contro i portelloni del furgone che si è chiuso alle spalle cinque minuti prima -e gli sembra una vita fa-. Il telefono è nella tasca del bomber e gli ci vuole qualche istante di troppo per recuperarlo quando inizia a suonare e nonostante il fiato corto risponde senza indugio e senza guardare il nome sul display.

- Ta'?

La voce di bambina gli scivola nell'orecchio come un serpente velenoso, infilandosi nel cervello dolorosamente. Chiude gli occhi e inspira cercando di regolare la voce, non vuole apparire stanco, tutt'altro.

- Hey Ingerul meu, come stai? Dove cazzo hai preso un telefono?
- Strab' Yuri pensava di averlo nascosto bene, ma io sono più brava di lui sai?
- Lo so che sei brava Inger, ma vedi di non far incazzare Yuri.
- Pensi che sono scema come te?

Ha otto anni e un cervello che gira meglio del suo. Con un mugolio si mette seduto, schiena curva e aspetto trasandato, osserva le foto attaccate alla parete di metallo accanto a lui, illuminate dalla luce che scivola dai finestrini. Chiude gli occhi e finge di essere li, di essere al campo, di poter aprire la porta e vederli tutti, pronti a dargli uno spintone o una pacca sulla spalla. Anche un cazzotto, perchè no.

- No Inger, non sei una scema, Yuri è ancora incazzato?
- Non vuole nemmeno che ti nominiamo, non davanti a lui almeno, ha detto che se ti vede ti spara e che sei un tradator.
- Mandalo a fanculo, sai che non è vero...me ne starò un po' per cazzi miei, mi faccio il mio clan, me lo creo, ho trovato un buon posto, troverò presto un buon giro di lavoro, qualche donna e poi..
- Mi manchi Ta'
- ...

Si toglie il cappellino passandosi una mano tra i capelli rasati. Alza gli occhi a fissare nuovamente le foto e sofferma lo sguardo su quella che ritrae la bambina al telefono, capelli castani legati in una coda alta, un fiocco giallo a tenerli fermi.

- Andrà tutto bene, tornerò presto.
- E con Strab come si fa?
- Un modo si trova, ok? Non fare la pessimista, il Texas non è poi così lontano da dove sto ora e..
- Non siamo in Texas.
- E dove siete?
- Boh, ma so che hanno cambiato città dopo che sei andato via, stiamo viaggiando da un'altra parte.

Stringe le labbra e si alza, mettendosi in ginocchio sul materasso, cercando di dare una regolata al nervosismo che gli scivola sul corpo entrandogli sotto pelle, rischia di sbattere la testa contro il soffitto del furgoncino, ma si mette in piedi e preme una mano contro il metallo, le fiammelle azzurre scorrono tra le dita come acqua.

- Quando sai dove siete fammelo sapere, ok? Ok?
- Ok Ta', è ok..te lo faccio sapere.
- Brava bambina
- Mama ha detto che c'hai la roba, la respo..respisabile? dice che di stare vicino Strab in questo stato è pericoloso, per noi..non per, hai capito no?
- Draga...
- Lo dice Mama, non io, dice che dobbiamo venire da te, se diventa troppo, Vady ha rischiato l'osso oggi e Ravi non gliene fotte molto.

Torna a sedersi sul materasso, porta le mani contro la fronte, un'altra occhiata alla raccolta di foto e una bestemmia a labbra socchiuse mentre sembra cercare di ragionare, di riportare un minimo di senso nella sua mente, ma non ci riesce davvero, tutt'altro. Sospira, posa la testa contro il metallo della parete dietro di lui e chiude gli occhi.

- Vedrò di trovare una soluzione, ok? Sai che il vecchio furgone è piccolo, cazzo, Ravi  una cazzo di cosa doveva fare, gli ho dato Mama, doveva solo badare ad una cazzo di cosa..io..
- E' ok se non ci vuoi Ta'.
- Non è questo, non dire questo, non ho detto questo ok? Devo solo mettere i soldi da parte, prendere un furgone più grosso e poi tu e Vad potete venire, ma ho bisogno di tempo.
- Ok, lo dico a Mama...ma ora devo andare, che rimetto il telefono da Strab, così non pensa che l'ho usato.
- Cancella il numero prima, e draga...ti voglio bene, ok? Ti voglio bene Ingerul Meu.
- Non fare il frocio Ta'

Ride, e la voce gli si blocca in gola, mentre chiude la chiamata lasciandosi andare in una tosse senza precedenti. La sua risposta per calmarla e aprirsi una lattina di birra e ingurgitarne metà mentre si massaggia il petto.
Ha solo bisogno di un tempo che non ha e di soldi di cui non sente nemmeno l'odore.

Fanculo.