Il campo è in fiamme.
Il campo è in fiamme e lui non riesce a spegnerle.
Le donne piangono e abbracciano uomini a terra.
Il suo sangue è sparso per le strade.
Il sangue del suo sangue.
Il campo è in fiamme e lui non riesce a spegnerle.
Le donne piangono e abbracciano uomini a terra.
Il suo sangue è sparso per le strade.
Il sangue del suo sangue.
Vadir
Ha seguito l'odore della morte e della paura fino al vagon di suo nonno, si è trascinato con le mani sporche di cenere e sangue fino ai gradini lavorati di una roulotte che fin dai primi passi è stata la sua casa, un porto sicuro dove rifugiarsi. Perchè nonostante il dolore Yuri è sempre stata la sua unica famiglia.
Vadir
Yuri Kopanari giace a terra, il sangue che si allarga sulla maglia, gli inumidisce il petto largo e le mani grandi non riescono a trattenerlo. Sta morendo. Si china su di lui premendo su quel sangue, cercando di trattenerlo senza successo. Trentasette minuti. Si è allontanato per trentasette minuti e questo è ciò che l'ha aspettato al ritorno, la rabbia cieca di chi odia il diverso, di chi lo considera una minaccia. Qualcosa da trasformare in cenere.
Inger ... ha provato.
Inger ha cercato di fermarli.
Li hanno presi, tutti i nostri gioielli.
Vadir, riprendi ciò che è nostro.
ciò che è tuo.
La voce profonda di Yuri ora è sporcata da gorgoglii, sembra che stia affogando, ma non c'è acqua. Si china sul suo petto e annuisce lentamente senza parlare, non ha più voce per dire nulla, non ha più fiato, solo una rabbia cieca che lo scuote fin nelle ossa e gli fa stringere i denti fino a rischiare di romperli. Yuri soffia l'ultimo alito di vita contro il suo volto e lui lo lascia a fatica per uscire a cercare di spegnere le fiamme. Le fiamme di un Clan sterminato di cui lui per nascita è ora capo.
Cosa faremo ora Vadir?
Qual'è il nostro destino?
Qual'è il nostro destino?
Guidaci nei giorni bui.
Lasciaci liberi nei giorni di gioia.
Solo per ora, fino alla nostra vendetta.
Saremo il clan fantasma delle fiamme blu.