sabato 23 dicembre 2017

Philly

Alza il volume della radio mentre supera il cartello stradale che da il benvenuto a Philadelphia, città dove tutto è crollato e che ha abbandonato con la coda tra le gambe trascinandosi via non solo la sua casa su quattro ruote, ma anche tutto ciò che possedeva, ritrovandosi ora a tornare su i suoi passi con la schiena rotta e il petto che fa troppo male.

- Non mi piace questa canzone.
- Pensavo dormissi.

Abbassa il volume, senza togliere la mano dalla piccola manopola nera accanto allo schermo verde della radio, tentenna e infine lascia andare, riportando la mano sul volante, il volto stanco e il corpo abbandonato sul sedile. Ha guidato per così tanto tempo che non sente quasi più le gambe.

- Siamo arrivati?
- Ancora un oretta prima di raggiungere il Luna Park, ti piaceva li, no?
- Rivedremo Jo?
- Non lo so, ma sicuramente aggiusteremo un po' le cose, abbi fiducia.

Il silenzio in risposta gli fa aumentare il peso sul petto, socchiude gli occhi mentre continua a guardare la strada, concentrandosi solo ed esclusivamente su di essa, dietro di lui la roulotte è immersa nel buio, non una luce o un segno di vita vera.

- We are Freak, tata?

Ha un dejavù, le mani tremano mentre stringe il volante dell'auto. La fronte aggrottata e la determinazione nello sguardo.

- Da, Freak and Proud.

Risponde con lo stesso tono con cui rispose nemmeno un anno prima, come se cercasse lo scontro contro qualcuno di invisibile avanti a se, pronto a scommettere sulle sue stesse parole. Inspira profondamente ingoia un grumo di saliva che fatica  a scendere.

- Saremo al sicuro li?